(L’itinerario missionario di un bergamasco)
Quando ero un giovane missionario, ero rimasto affascinato dalla missione in Giappone, grazie alla testimonianza di due missionari: p. Domenico Ciserani e p. Celestino Cavagna.
Avvertendo la vocazione missionaria, l’idea di vivere in un paese con una presenza cristiana poco superiore allo 0% mi sembrava la massima possibile realizzazione di ciò che sognavo e che Dio volesse da me.
Avvertendo la vocazione missionaria, l’idea di vivere in un paese con una presenza cristiana poco superiore allo 0% mi sembrava la massima possibile realizzazione di ciò che sognavo e che Dio volesse da me.
Tuttavia, l’uomo propone e Dio dispone! Così, sono finito nel paese più cattolico dell’Asia, le Filippine.
Laggiù, dove sono stato 21 anni, ho scoperto una nuova missione: non solo tra i non cristiani (comunque presenti, specialmente al sud, dove ci sono molti musulmani e animisti), ma anche tra i cattolici che, spesso, di cattolico hanno solo il battesimo.
La missione, per quanto mi riguarda, è sempre partita da una comunità, all’interno della quale ho trovato fratelli e sorelle con fede e carità profonde. Come comunità abbiamo cercato di testimoniare che Gesù è il Signore, che è l’essenza dell’annuncio pasquale testimoniato dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli.
Questo abbiamo cercato di fare con le attività tradizionali delle comunità cristiane, ma anche con forme di promozione umanitaria. I risultati? Solo Dio può conoscerli perché solo lui conosce il cuore e lo spirito di ogni suo figlio.
Il passaggio dalle isole Filippine a quelle Pontine (ora, lavoro a Ventotene) non è stato difficile. Perché sempre in mezzo al mare mi trovo, ma anche perché ho ritrovato gli stessi elementi che avevo trovato nel paese del Sud Pacifico e che ho elencato sopra.
La grande differenza è che, prima, mi trovavo a lavorare in parrocchie di 100.000 abitanti, con centinaia, migliaia di praticanti, mentre adesso lavoro in una comunità di 600 abitanti, in inverno si dimezzano. Questo, però, ha un vantaggio: non rischio di illudermi che la società sia ancora plasmata dalla vita e dalla mentalità cristiana. La fede non è più al centro della vita del cristiano medio. I criteri che ispirano le decisioni quotidiane non sono tratti dal Vangelo, ma da altro e questa è terra di missione!
Il Papa, con il Giubileo attuale, ci ricorda però che la Speranza è una delle virtù fondamentali del cristiano. Quindi, guardiamo avanti con fiducia affidando a Dio tutti i fratelli e le sorelle del mondo perché possano incontrare Cristo, accoglierlo e trovare il Lui il senso della vita.