In Primavera è stata posizionata in sacrestia l’icona del Risorto realizzata dall’iconografista Daniel D’Acunto, commissionata dal Rettore Padre Daniele Belussi. La Sacrestia della Chiesa della Trinità, non accessibile al pubblico, da poco restaurata riporta un muro in opus reticolatum di epoca romana, e una fontana in marmo rinascimentale. La cui cornice sovrastante era rimasta vacante, così p. Daniele conoscendo Daniel, fedele frequentatore del santuario, gli ha commissionato un’icona.
L’opera nasce dal desiderio di unire la spiritualità del luogo con quella della comunità che lo abita. Cristo è raffigurato nella gloria della Risurrezione, vestito di bianco, simbolo di luce divina. Il suo volto sereno dona pace, ma i segni della Passione restano visibili, a ricordare che questa pace è il frutto di cammino e lotta interiore, condivisa tra la grazia e la libertà umana.
Nella mano sinistra, il Risorto tiene una pergamena spiegata, su cui sono riportati i versetti 19-20 del capitolo 28 del Vangelo di Matteo:
“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.”
È il mandato missionario che risuona in modo particolare per la comunità del PIME, custode del Santuario.
I suoi piedi poggiano su una roccia spaccata, chiaro riferimento alla Montagna Spaccata del Santuario. Questo elemento diventa anche simbolo teologico: la roccia divisa rappresenta la vittoria di Cristo sugli inferi, la liberazione dal peccato e l’apertura verso la vita nuova.
Lo sfondo blu, colore della gloria divina nelle icone bizantine, guida lo sguardo oltre il visibile, verso il mistero del Regno. In alto, la mano del Padre invia lo Spirito — sotto forma di colomba — attraverso il Figlio, richiamando la Trinità, cuore spirituale del Santuario.
Come afferma lo stesso autore, “questa icona vuole essere dunque non solo un’opera d’arte, ma soprattutto una finestra aperta sull’eterno, un invito alla missione, alla sequela, alla comunione con Dio”.









